Spoiler:
“Luna”
Silenzio
“Luna ?”, la voce tubò.
Ancora nulla.
“Andimo Luna. Non stai bene. Sei stata cacatonica tutto il giorno !”
La Principessa Celestia aveva provato a parlare con la sorella, ma Luna si era limitata a fissare il vuoto come se fosse stata intrappolata nella sua stessa mente.
“Bè, se non vuoi parlare, puoi almeno farmi la cortesia di spiegarmi perchè sei così ?”
Entrambe erano sedute nella stanza dell' alicorno della notte: non c' era il benchè minimo filo di luce all' interno, e solo il Sole, che era dalla parte opposta, poteva dargli luce. Luna stava solo guardando distrattamente il cielo fuori dalla finestra.
Celestia stava provando a parlare a lei in privato, per vedere come mai, da quando si era svegliata, sua sorella era rimasta a letto per ore.
“Se non ti senti bene, posso portarti dal medico”
L' alicorno bianco giurò di aver visto una lacrimuccia uscire dall' occhio sinistro di Luna, nel mentre che diceva questa parole.
Luna non sarebbe mai tornata indietro. Non l' avrebbe affrontato ancora una volta. Anche dopo diecimila anni, temeva quello squallido studio. La principessa noxfera sarebbe scoppiata a piangere, se non fosse stata così concentrata sul sogno- flashback della notte prima.
La piccola Principessa Luna stava saltellando felicemente inseguendo le farfalle; Celestia si stava sistemando la rosea criniera per attirare le attenzioni degli stalloni in età di riproduzione; e la loro madre sedeva su una panchina, sorvegliando l' operato delle due figlie: anche se Celestia era una giovane cavalla ormai, era comunque capace di mettersi nei guai, mentre Luna era, come tutte le puledrine della sua età, un magnete per incidenti.
Questi pensieri comunque non potevano rovinare quella bella giornata : le nuvole presenti erano poche, e non bloccavano la luce del Sole, c' era solo una brezza leggera, e sembrava che nulla potesse andare storto.
Sembrava .
“Ti aiuterò ad uscire da qui con la mia magia”, disse Celestia con tono assertivo: Luna rimase seduta lì, non muovendo un muscolo neanche quando la prima lasciò la stanza.
“Conto fino a tre”
L' alicorno bianco provò a mentenere il sangue freddo con la sorella: ella la amava molto, ma in quel momento il comportamento di Luna stava mettendo mettendo a dure prova la pazienza di Celestia.
Fermamente e con tono serio, Celestia si mise a contare:
“Uno”
“Due”
Al “Tre”, ella sollevò con la magia Luna: quest' ultima non trasalì al contatto improvviso, continuando invece a fissare il vuoto anche quando fu fuori dalla stanza.
Ella non notò di essere stata portata attraverso i corridoi, che portavano al cortile, dove era parcheggiato il carro regale.
Alcune guardie rimasero indifferenti alla scena della principessa della notte cacatonica trasportata dalla sorella, mentre altre si mostrarono preoccupate: a queste ultime, Celestia disse
“E' da stamattina che è così: la sto portando proprio ora dal medico”
Appena ella mise piede fuori, subito ella fu accolta da un forte vento freddo. La principessa notturna continuò a guardare il vuoto, anche quando il carro si alzò in volo: sembrò che fosse spirata, ma la principessa diurna percepiva ancora la sua presenza.
Surante il decollo, Celestia e le guardie si scambiarono sguardi nervosi riguardo alla salute dell' alicorno blu.
Luna cominciò a tremare: non poteva tornarci, non poteva andare di nuovo da LUI, dopo le terribili cose che le aveva fatto l' ultima volta: cose che, al solo pensarci, la facevano scoppiare a piangere.
Luna ridacchiava alla sua stessa felicità mentre inseguiva le farfalle: gli insetti sembravano aver apprezzato l' inseguimento, e, a certo punto, volarono giù, verso terra, facendo sedere a terra la puledrina, la quale si aspettava di veder loro rimanere in aria.
Una delle farfalle si posò sul naso della piccola cavalla: la futura principessa della notte si scoppiò a ridere, e si mise a rotolare nell' erba a causa dell' improvviso contatto fisico.
Poco dopo, le farfalle ricominciarono a volare: Luna si alzò, e si mise ad inseguirle di nuovo.
Nella foga della corsa, Luna non vide la recinzione delimitante il parco.
La puledra si schiantò contro la recinzione: a causa del dolore, ella cominciò a scuotersi in modo incontrollabile. Il dolore era molto forte, ed non sap che fare, così si mise a piangere mentre si teneva il naso nel vano tentativo di fermare il dolore.
Celestia e sua madre corsero verso di lei, la madre domandò preoccupata:
“Cosa c'è che non va Luna ?”
La puledra indicò la recinzione, che aveva una grossa ammaccatura, poi indicò la sua faccia dolorante.
“Madre, credo che dobbiamo portarla in ospedale...”, affermò la futura regnante di Equestria mentre tentava di calmare la sorella ferita.
“Non credo. Besterà un giro all' ambulatorio. Se ha qualcosa di rotto, si va in ospedale”
La sorella della puledra blu annuì, prese la sorella, la poggiò sulla schiena, e volò via con la madre
Mentre il carro atterrava in città, Celestia ordinò alla sorella di smettere di tremare.
Ma Luna continuò a tremare lo stesso, anche quando l' alicorno bianco la tirò giù.
Al quel punto, la principessa della notte notò la porta dello studio medico, e fu solo allora che l' alicorno notturno si decise a dire qualcosa, o meglio, gridarlo mentre agitava gli zoccoli e piangeva:
“Riportami indietro, Tia, riportami indietro ! Sto bene ora ! Sto bene !”
Celestia, notando che Luna aveva finalmente riacquistato la parola, commentò “Tò, chi si rivede”
“Tia, come puoi farmi andare là dentro, considerando come è andata a finire l' ultima volta ? A causa di ciò, a seguito di tale evento, ti sei dovuta poi inventare una storiella per le generazioni future, cosicchè i più piccoli non si spaventassero, e si spaventino, in presenza di medici !”
Celestia rispose così alla sorella: “Lo so. Ma, certamente, chi ti ha fatto ciò è morto e sepolto ormai. Tra l' altro, questa è un' ottima occasione per dimostrarti che, di sicuro, i medici non sono così cattivi come quelli che hai avuto da puledrina ”
Luna, con uno sguardo pieno di speranza e lacrime, guardò la sorella portatrice di luce, e pregò lei di non farla entrare.
Celestia scosse la testa in segno di dinego, e la trascinò dentro, mentre l' alicorno blu, sospirando, disse “E va bene. Facciamolo”.
L' attesa per il medico sembrò durare un' eternità: Luna, ora distesa su tre sedie, stava tremando a causa del freddo della sala d' attesa, e per il nervosismo, nervosismo che sembrava condividere con le puledre e i puledri che erano lì presenti in attesa del loro turno, e che stavano immaginando quali indicibili, quanto inesistenti, orrori si celavano dietro quella porta.
Il paragone “Luna=puledro” fece ridacchiare l' alicorno bianco.
E, finalmente, il turno di Luna arrivò.
La futura co-regnate di Equestria stava singhiozzando, mentre il medico ispezionava la sua fronte.
Il medico terminò il suo controllo, e disse:
“Ora come ora, non so dire se c'è una frattura o meno: credo che sia necessaria una radiografia”
La madre annuì.
Allora il medico aprì la porta nella parte opposta della stanza: tale porta aveva sopra il cartello “Vietato l' acesso ai non addetti”.
La piccola Luna, alla visione del medico che si allontanava, rimase confusa, e guardò con sguardo interrogativo la madre: quest' ultima, capendo che la figlia stava chiedendo spiegazioni, disse:
“Questo simpatico signore vuole che tu venga con lui, cosicchè possa vedere se stai bene”
Il medico si voltò, e fece il gesto di entrare alla puledra blu:
“Avanti, Luna, entra: dobbiamo prendere una lastra.”
Luna saltò giù dal lettino, e si mosse timidamente verso la porta: quando ella fu dentro, il medico chiuse la porta dietro di sé.
Luna si sedette sul lettino, in attesa dell' arrivo del medico.
“Ora rilassati, Luna, egli non ti farà del male”
Prima ancora che Luna potesse controbattere, la porta si aprì di scatto, rivelando la magra sagoma di un medico con canuta criniera.
Con un leggero inchino, il medico salutò le due principesse, e chiese quale era il problema.
Celestia affermò “Mia sorella Luna necessita di un controllo”
Il medico, aspirando col naso, rispose “Cosa semplice, insomma”
Durante la visita, l' alicorno portatore di notte continuò a tremare incessantemente, e a fare resistenza ad ogni controllo: quando il medico le guardò le orecchie, Luna le tirò giù, nel vano tentativo di non farle vedere; quando egli passò al controllo della temperatura, la principessa blu dovette essere immobilizzata per evitare che si scaldasse a furia di tremare; e il medico dovette ricevere assistenza da Celestia per tenere gli occhi di Luna aperti, durante il controllo degli occhi.
Ma, dopo diversi lunghi minuti, era tutto finito.
“Sembri perfettamente sana” disse il medico “Ora, se non le dispiace, Celestia, potrebbe venire di là per fissare il prossimo appuntamento ?”: Celestia annuì, e seguì il medico verso la porta.
Quando finalmente Luna notò la porta, la sua criniera si rizzò dal terrore: quella porta... quella porta nascondeva il luogo in cui era entrata per fare una radiografia per poi mai uscirne.
Aveva capito dove era andata in realtà Celestia.
Luna entrò nella Sala Radiografie, e vide davanti a sé un lettino: senza pensarci, ella ci salì sopra, si sdraiò dimodoche vedesse davanti a sé la macchina a raggi X, e attese istruzioni dal medico.
Il pony medico si avvicinò alla puledrina, la legò al tavolo dicendo a lei di rimanere ferma, e spiegandogli la funzione delle corde.
Fatto ciò, il piccolo alicorno blu ricevette l' ordine di fissare un punto rosso: tale semplice attività occupò così tanto la mente dell' alicorno piccino, che non si accrose che il lettino e la maccina cominciavano a muoversi e a ruggire in modo strano.
Alla fine, la puledra notò di essere posizionata in verticale in una stanza differente... spaventata, Luna si mise ad urlare, mentre il medico, nell' altra stanza, rideva in modo malvagio mentre diceva:
“Tempo di vedere la crescita degli alicorni... SULLA LUNAAAAAAAAAAAAAAAAA”, a quel punto, il razzo si alzò da terra.
Fu allora che nella stanza entrò Celestia: ella provò a fermare il razzo, ma invano, e alla fine, quando Luna fu fuori portata, la futura principessa del giorno urlò “Sorella !”
Di risposta, la puledra legata al razzo urlò “Tia ! Madre !”, e sparì nel cielo.
Allora la madre di Luna e Celestia, irata, cominciò a cercare il medico che aveva creato, con mezzi misteriosi, il suo programma spaziale personale, ma invano: egli sembrava sparito nel tempo e nello spazio.
Una volta uscita dalla sua trance di terrore, la principessa della notte corse dentro la stanza divisa dalla porta con la scritta “Vietata ai non addetti”, e sperò di trovare Celestia ancora libera dai lacci del discendente di quel medico.
Non fu così: quando Luna entrò nella stanza, ella vide che il razzo aveva già i motori accesi, e che sarebbe già partito, se non fosse stato per la magia di Celestia che, stava trattenendo il razzo a terra, nella speranza che le sue forze non finissero prima del carburante.
L' alicorno blu si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa per spegnere il razzo, ma non trovò nulla: la stanza era completamente svuotata di strumenti, se si eccettua il razzo e la relativa rampa di lancio.
Allora la principessa noxfera provò ad aiutare la sorella a tenere giù razzo: nel mentre che eseguiva questa operazione, ella non si accorse del suono di passi che venivano da dietro di lei....
Pipsqueak si svegliò di soprassalto nel cuore della notte, sudato, e teso come una corda di violino: egli aveva sognato una storia alternativa dell' esilio di Luna: un esilio causato da un medico impazzito, e non dalla gelosia di Luna.
Il puledro maculato, dopo aver constatato di aver sognato, si domandò il significato di quel sogno, o, se non aveva senso, come mai era così nervoso da sognare una cosa del genere: il puledro maculato rimase per un po' a pensarci, prima di determinare cosa aveva causato tale sogno.
La futura visita di controllo,e il pensiero di dover passare sotto gli zoccoli del suo medico, famoso per essere un sadico di proporzioni cosmiche.
Cercando di dimenticare l' evento che sarebbe accaduto l' indomani, egli chiuse gli occhi, pensò a cose più amene, e tornò a dormire.
Nel successivo sogno che il puledro fece, egli fu visitato da Luna in persona: dopo i convenevoli tipici, la principessa della notte disse "Ho visto l' incubo che hai fatto poco fa, e mi dispiace di non essere intervenuta"
Il puledro guardò turbato Luna, e domandò "E come mai ?"
Ella sospirò.
"E' un mezzo segreto, ma credo che posso dirlo dire a te, a patto di non raccontarlo a nessuno..."
Battendo lo zoccolo destro sul petto, Pipsqueak affermò "Non lo dirò a nessuno, qualunque cosa essa sia"
"Bene: Pipsqueak... io.. sono iatrofobica"
E fu così che il maculato puledro, che poco prima aveva fatto un incubo riguardante i medici, ora rideva davanti alla notizia che una delle divine regnati di Equestria, ovvero Luna, temeva i medici.
Silenzio
“Luna ?”, la voce tubò.
Ancora nulla.
“Andimo Luna. Non stai bene. Sei stata cacatonica tutto il giorno !”
La Principessa Celestia aveva provato a parlare con la sorella, ma Luna si era limitata a fissare il vuoto come se fosse stata intrappolata nella sua stessa mente.
“Bè, se non vuoi parlare, puoi almeno farmi la cortesia di spiegarmi perchè sei così ?”
Entrambe erano sedute nella stanza dell' alicorno della notte: non c' era il benchè minimo filo di luce all' interno, e solo il Sole, che era dalla parte opposta, poteva dargli luce. Luna stava solo guardando distrattamente il cielo fuori dalla finestra.
Celestia stava provando a parlare a lei in privato, per vedere come mai, da quando si era svegliata, sua sorella era rimasta a letto per ore.
“Se non ti senti bene, posso portarti dal medico”
L' alicorno bianco giurò di aver visto una lacrimuccia uscire dall' occhio sinistro di Luna, nel mentre che diceva questa parole.
Luna non sarebbe mai tornata indietro. Non l' avrebbe affrontato ancora una volta. Anche dopo diecimila anni, temeva quello squallido studio. La principessa noxfera sarebbe scoppiata a piangere, se non fosse stata così concentrata sul sogno- flashback della notte prima.
La piccola Principessa Luna stava saltellando felicemente inseguendo le farfalle; Celestia si stava sistemando la rosea criniera per attirare le attenzioni degli stalloni in età di riproduzione; e la loro madre sedeva su una panchina, sorvegliando l' operato delle due figlie: anche se Celestia era una giovane cavalla ormai, era comunque capace di mettersi nei guai, mentre Luna era, come tutte le puledrine della sua età, un magnete per incidenti.
Questi pensieri comunque non potevano rovinare quella bella giornata : le nuvole presenti erano poche, e non bloccavano la luce del Sole, c' era solo una brezza leggera, e sembrava che nulla potesse andare storto.
Sembrava .
“Ti aiuterò ad uscire da qui con la mia magia”, disse Celestia con tono assertivo: Luna rimase seduta lì, non muovendo un muscolo neanche quando la prima lasciò la stanza.
“Conto fino a tre”
L' alicorno bianco provò a mentenere il sangue freddo con la sorella: ella la amava molto, ma in quel momento il comportamento di Luna stava mettendo mettendo a dure prova la pazienza di Celestia.
Fermamente e con tono serio, Celestia si mise a contare:
“Uno”
“Due”
Al “Tre”, ella sollevò con la magia Luna: quest' ultima non trasalì al contatto improvviso, continuando invece a fissare il vuoto anche quando fu fuori dalla stanza.
Ella non notò di essere stata portata attraverso i corridoi, che portavano al cortile, dove era parcheggiato il carro regale.
Alcune guardie rimasero indifferenti alla scena della principessa della notte cacatonica trasportata dalla sorella, mentre altre si mostrarono preoccupate: a queste ultime, Celestia disse
“E' da stamattina che è così: la sto portando proprio ora dal medico”
Appena ella mise piede fuori, subito ella fu accolta da un forte vento freddo. La principessa notturna continuò a guardare il vuoto, anche quando il carro si alzò in volo: sembrò che fosse spirata, ma la principessa diurna percepiva ancora la sua presenza.
Surante il decollo, Celestia e le guardie si scambiarono sguardi nervosi riguardo alla salute dell' alicorno blu.
Luna cominciò a tremare: non poteva tornarci, non poteva andare di nuovo da LUI, dopo le terribili cose che le aveva fatto l' ultima volta: cose che, al solo pensarci, la facevano scoppiare a piangere.
Luna ridacchiava alla sua stessa felicità mentre inseguiva le farfalle: gli insetti sembravano aver apprezzato l' inseguimento, e, a certo punto, volarono giù, verso terra, facendo sedere a terra la puledrina, la quale si aspettava di veder loro rimanere in aria.
Una delle farfalle si posò sul naso della piccola cavalla: la futura principessa della notte si scoppiò a ridere, e si mise a rotolare nell' erba a causa dell' improvviso contatto fisico.
Poco dopo, le farfalle ricominciarono a volare: Luna si alzò, e si mise ad inseguirle di nuovo.
Nella foga della corsa, Luna non vide la recinzione delimitante il parco.
La puledra si schiantò contro la recinzione: a causa del dolore, ella cominciò a scuotersi in modo incontrollabile. Il dolore era molto forte, ed non sap che fare, così si mise a piangere mentre si teneva il naso nel vano tentativo di fermare il dolore.
Celestia e sua madre corsero verso di lei, la madre domandò preoccupata:
“Cosa c'è che non va Luna ?”
La puledra indicò la recinzione, che aveva una grossa ammaccatura, poi indicò la sua faccia dolorante.
“Madre, credo che dobbiamo portarla in ospedale...”, affermò la futura regnante di Equestria mentre tentava di calmare la sorella ferita.
“Non credo. Besterà un giro all' ambulatorio. Se ha qualcosa di rotto, si va in ospedale”
La sorella della puledra blu annuì, prese la sorella, la poggiò sulla schiena, e volò via con la madre
Mentre il carro atterrava in città, Celestia ordinò alla sorella di smettere di tremare.
Ma Luna continuò a tremare lo stesso, anche quando l' alicorno bianco la tirò giù.
Al quel punto, la principessa della notte notò la porta dello studio medico, e fu solo allora che l' alicorno notturno si decise a dire qualcosa, o meglio, gridarlo mentre agitava gli zoccoli e piangeva:
“Riportami indietro, Tia, riportami indietro ! Sto bene ora ! Sto bene !”
Celestia, notando che Luna aveva finalmente riacquistato la parola, commentò “Tò, chi si rivede”
“Tia, come puoi farmi andare là dentro, considerando come è andata a finire l' ultima volta ? A causa di ciò, a seguito di tale evento, ti sei dovuta poi inventare una storiella per le generazioni future, cosicchè i più piccoli non si spaventassero, e si spaventino, in presenza di medici !”
Celestia rispose così alla sorella: “Lo so. Ma, certamente, chi ti ha fatto ciò è morto e sepolto ormai. Tra l' altro, questa è un' ottima occasione per dimostrarti che, di sicuro, i medici non sono così cattivi come quelli che hai avuto da puledrina ”
Luna, con uno sguardo pieno di speranza e lacrime, guardò la sorella portatrice di luce, e pregò lei di non farla entrare.
Celestia scosse la testa in segno di dinego, e la trascinò dentro, mentre l' alicorno blu, sospirando, disse “E va bene. Facciamolo”.
L' attesa per il medico sembrò durare un' eternità: Luna, ora distesa su tre sedie, stava tremando a causa del freddo della sala d' attesa, e per il nervosismo, nervosismo che sembrava condividere con le puledre e i puledri che erano lì presenti in attesa del loro turno, e che stavano immaginando quali indicibili, quanto inesistenti, orrori si celavano dietro quella porta.
Il paragone “Luna=puledro” fece ridacchiare l' alicorno bianco.
E, finalmente, il turno di Luna arrivò.
La futura co-regnate di Equestria stava singhiozzando, mentre il medico ispezionava la sua fronte.
Il medico terminò il suo controllo, e disse:
“Ora come ora, non so dire se c'è una frattura o meno: credo che sia necessaria una radiografia”
La madre annuì.
Allora il medico aprì la porta nella parte opposta della stanza: tale porta aveva sopra il cartello “Vietato l' acesso ai non addetti”.
La piccola Luna, alla visione del medico che si allontanava, rimase confusa, e guardò con sguardo interrogativo la madre: quest' ultima, capendo che la figlia stava chiedendo spiegazioni, disse:
“Questo simpatico signore vuole che tu venga con lui, cosicchè possa vedere se stai bene”
Il medico si voltò, e fece il gesto di entrare alla puledra blu:
“Avanti, Luna, entra: dobbiamo prendere una lastra.”
Luna saltò giù dal lettino, e si mosse timidamente verso la porta: quando ella fu dentro, il medico chiuse la porta dietro di sé.
Luna si sedette sul lettino, in attesa dell' arrivo del medico.
“Ora rilassati, Luna, egli non ti farà del male”
Prima ancora che Luna potesse controbattere, la porta si aprì di scatto, rivelando la magra sagoma di un medico con canuta criniera.
Con un leggero inchino, il medico salutò le due principesse, e chiese quale era il problema.
Celestia affermò “Mia sorella Luna necessita di un controllo”
Il medico, aspirando col naso, rispose “Cosa semplice, insomma”
Durante la visita, l' alicorno portatore di notte continuò a tremare incessantemente, e a fare resistenza ad ogni controllo: quando il medico le guardò le orecchie, Luna le tirò giù, nel vano tentativo di non farle vedere; quando egli passò al controllo della temperatura, la principessa blu dovette essere immobilizzata per evitare che si scaldasse a furia di tremare; e il medico dovette ricevere assistenza da Celestia per tenere gli occhi di Luna aperti, durante il controllo degli occhi.
Ma, dopo diversi lunghi minuti, era tutto finito.
“Sembri perfettamente sana” disse il medico “Ora, se non le dispiace, Celestia, potrebbe venire di là per fissare il prossimo appuntamento ?”: Celestia annuì, e seguì il medico verso la porta.
Quando finalmente Luna notò la porta, la sua criniera si rizzò dal terrore: quella porta... quella porta nascondeva il luogo in cui era entrata per fare una radiografia per poi mai uscirne.
Aveva capito dove era andata in realtà Celestia.
Luna entrò nella Sala Radiografie, e vide davanti a sé un lettino: senza pensarci, ella ci salì sopra, si sdraiò dimodoche vedesse davanti a sé la macchina a raggi X, e attese istruzioni dal medico.
Il pony medico si avvicinò alla puledrina, la legò al tavolo dicendo a lei di rimanere ferma, e spiegandogli la funzione delle corde.
Fatto ciò, il piccolo alicorno blu ricevette l' ordine di fissare un punto rosso: tale semplice attività occupò così tanto la mente dell' alicorno piccino, che non si accrose che il lettino e la maccina cominciavano a muoversi e a ruggire in modo strano.
Alla fine, la puledra notò di essere posizionata in verticale in una stanza differente... spaventata, Luna si mise ad urlare, mentre il medico, nell' altra stanza, rideva in modo malvagio mentre diceva:
“Tempo di vedere la crescita degli alicorni... SULLA LUNAAAAAAAAAAAAAAAAA”, a quel punto, il razzo si alzò da terra.
Fu allora che nella stanza entrò Celestia: ella provò a fermare il razzo, ma invano, e alla fine, quando Luna fu fuori portata, la futura principessa del giorno urlò “Sorella !”
Di risposta, la puledra legata al razzo urlò “Tia ! Madre !”, e sparì nel cielo.
Allora la madre di Luna e Celestia, irata, cominciò a cercare il medico che aveva creato, con mezzi misteriosi, il suo programma spaziale personale, ma invano: egli sembrava sparito nel tempo e nello spazio.
Una volta uscita dalla sua trance di terrore, la principessa della notte corse dentro la stanza divisa dalla porta con la scritta “Vietata ai non addetti”, e sperò di trovare Celestia ancora libera dai lacci del discendente di quel medico.
Non fu così: quando Luna entrò nella stanza, ella vide che il razzo aveva già i motori accesi, e che sarebbe già partito, se non fosse stato per la magia di Celestia che, stava trattenendo il razzo a terra, nella speranza che le sue forze non finissero prima del carburante.
L' alicorno blu si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa per spegnere il razzo, ma non trovò nulla: la stanza era completamente svuotata di strumenti, se si eccettua il razzo e la relativa rampa di lancio.
Allora la principessa noxfera provò ad aiutare la sorella a tenere giù razzo: nel mentre che eseguiva questa operazione, ella non si accorse del suono di passi che venivano da dietro di lei....
Pipsqueak si svegliò di soprassalto nel cuore della notte, sudato, e teso come una corda di violino: egli aveva sognato una storia alternativa dell' esilio di Luna: un esilio causato da un medico impazzito, e non dalla gelosia di Luna.
Il puledro maculato, dopo aver constatato di aver sognato, si domandò il significato di quel sogno, o, se non aveva senso, come mai era così nervoso da sognare una cosa del genere: il puledro maculato rimase per un po' a pensarci, prima di determinare cosa aveva causato tale sogno.
La futura visita di controllo,e il pensiero di dover passare sotto gli zoccoli del suo medico, famoso per essere un sadico di proporzioni cosmiche.
Cercando di dimenticare l' evento che sarebbe accaduto l' indomani, egli chiuse gli occhi, pensò a cose più amene, e tornò a dormire.
Nel successivo sogno che il puledro fece, egli fu visitato da Luna in persona: dopo i convenevoli tipici, la principessa della notte disse "Ho visto l' incubo che hai fatto poco fa, e mi dispiace di non essere intervenuta"
Il puledro guardò turbato Luna, e domandò "E come mai ?"
Ella sospirò.
"E' un mezzo segreto, ma credo che posso dirlo dire a te, a patto di non raccontarlo a nessuno..."
Battendo lo zoccolo destro sul petto, Pipsqueak affermò "Non lo dirò a nessuno, qualunque cosa essa sia"
"Bene: Pipsqueak... io.. sono iatrofobica"
E fu così che il maculato puledro, che poco prima aveva fatto un incubo riguardante i medici, ora rideva davanti alla notizia che una delle divine regnati di Equestria, ovvero Luna, temeva i medici.