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Capitolo 1
Spoiler:
La stanza di Applebloom era un caos primordiale: la porta in legno massiccio era stata sfondata; l' armadio rococò in pressato e pino aveva i cassetti fuori con il loro contenuto sparso a terra; il letto, prima un modesto letto di campagna in legno di acero e coperte di cotone grezzo era ora ridotto a una massa amorfa di molle e piume; la scrivania in abete, vetro smerigliato e ferro battuto si era trasformata in tre assi di legno di pino a malapena tenute in piedi da quattro chiodi, il resto a terra ridotto in schegge o rotto in due.
Applebloom stava sopra l' armadio, e continuava ad urlare con il suo zoccolo destro sanguinante e il resto del corpo coperto di piccole ferite causate dalle schegge:
“NO! Un' scendo ! Un' voglio andare all' ospedale ! Un' voglio ! Un' voglio ! NON VOGLIO !”
Applejack, che si trovava vicino all' armadio con l' Infermiera Redheart, di mentre tentava di afferrare sua sorella che si trovava al di sopra dell' armadio, Applejack:
“Va bene, un' ti porterò all' ospedale, ma, boia dè, un' potesti scendere ?”
Applebloom rispose con le lacrime agli occhi e con una voce rabbiosa:
“Finchè quella tabarrina è qui, io un' scendo ! Un' sono grulla !”
L' Infermiera Redheart fece cenno ad Applejack di spostarsi, e di lasciare lei sbrogliare la situazione: infatti l' infermiera aveva visto molti casi di pazienti con casi di autolesionismo estremo, oltre che di pazienti che negavano nel modo più assoluto la necessità di cure mediche, quando in realtà ne avevano bisogno, e in modo urgente.
La cavalla bianca disse con voce rassicurante:
“Applebloom... coraggio... scendi... non ti succederà nulla... non ti farò del male... scendi, così noi due ti diamo una sistemata subito subito qui, in camera tua”
La puledra gialla sembrò leggermente più convinta, ma affermò che non sarebbe scesa comunque, poiché lei si era fatta male, e quindi lei doveva essere portata al Pronto Soccorso.
L' Infermiera Redheart rimase incuriosita dall' insistenza e dalla fermezza delle credenze di Applebloom: ella vide in tale conversazione uno spiraglio per farla scendere...
“E cosa ti fa penshare che ti porterò all' ospedale ?”
Applebloom fece una faccia sorpresa ed esclamò:
“Come ? Un' te lo ricordi ? Tre giorni fa mi dicesti che alla prossima occashione in cui mi sarei fatta male, io sarei shtata portata in ospedale !”
La cavalla bianca non si ricordò di tale evento, e chiese:
“Non mi pare di averlo detto... potresti cortesemente spiegarmi dall' inizio che cosa è successo ?”
Applebloom fece un respiro profondo, e cominciò a raccontare....
Tre giorni prima
“Ciao, Applebloom ! Come stai ?”
Scootaloo arrivò con il suo suo classico scooter portando con sé Sweetie Belle.
“Bene, e tu ? Oh, ciao Sweetie Belle, non ti avevo vista !”
La puledra bianca fece cenno con lo zoccolo e disse:
“Oh, nessun problema, Applebloom, piuttosto... quale è il programma per oggi ?”
Applebloom mormorò:
“Vistho che siamo tutte a posto con i compiti per casa, abbiamo tutto il pomeriggio davanti a noi... vediamo... ho shentito parlare del “balconing”, e sembra piuttosto interessante, vistho che si tratta di lanciarsi dal balcone di un edificio sopra un cumulo di fieno: potremmo utilizzare la piattaforma intorno alla nostro covo come balcone, per farlo a modino...”
Sweetie Belle disse dubbiosa:
“Ma... non è un PO' troppo pericoloso ? Voglio dire, potrebbe accadere ogni cosa...”
Scootaloo disse:
“Non essere sciocca, Sweetie Belle ! Il fieno assorbe ogni urto. Comunque, non credo che la piattaforma introno al nostro covo sia abbastanza alta... piuttosto, che ne pensi di utilizzare come balcone quello che si affaccia sul retro del negozio di Rarity ? E' alto abbastanza, ed è facile trovare qualcosa con cui creare il “materasso”...”
“Mia sorella ci ucciderebbe se ci vedesse fare questo “balconing” da lì... e non mi vengono in mente posti abbastanza alti a cui noi possiamo accedere... direi che questa cosa non s' a da fare”
Le tre puledre cominciarono a girare in tondo, fino a quando gli occhi di Applebloom si illuminarono come per un' illuminazione spirituale.
“Il tetto del fienile ! Un' ci vede punta persona, di paglia ce ne è a sfà... si può fare”
“Ottima idea, Applebloom ! Andiamo”
“Penso che ce ne pentiremo, ma si dice “chi non prova non sa”, ergo...”
E tutte e tre le puledre si avviarono verso fienile degli Apple.
Dopo un' ora di scalate delle mura del fienile, il posizionamento delle balle di fieno e la preparazione di tutte le imbracature possibili ed immaginabili per evitare di farsi male, fra cui un casco da rugby, un giubbotto salvagente e un paracadute, le tre cavalline erano pronte a tuffarsi.
Scootaloo disse con voce sicura:
“Ora vi mostrerò che le mie ali non sono solo delle appendici di carne inutili”, e si lanciò giù: ella dispiegò le sue piccole ali, e riuscì a planare sopra la balla di fieno, atterrando in piedi e senza danni.
Applebloom urlò:
“Allora, che te ne è parso ?”
“Bello, ma ancora niente, è il turno di quella fifona di Sweetie Belle !”
La puledrina bianca rispose offesa:
“Non sono codarda ! Sono razionale ! Se tu riesci a cadere senza danni sulla balla di fieno, non vuol dire che tutti possono ! In ogni caso, se volete continuare, cedo il mio turno ad Applebloom”
La puledra in questione ringraziò la bianca amica, e si lanciò eccitata nel vuoto... non sapeva che c' era una ragione per cui Scootaloo aveva tentato di cambiare la direzione in aria, e non era perchè voleva apparire figa davanti a tutti...
La puledra gialla si accorse troppo tardi che era leggermente fuori tiro, e che stava per cadere poco lontano dalla balla di fieno.. e ciò poteva significare sfracellarsi !
Applebloom provò, mentre urlava e andava nel panico, ad aprire il paracadute nella speranza di attutire l' impatto e guidare meglio la caduta, ma non ci riuscì al momento giusto: era destinata a cadere male.
Ma ella non si perse d' animo, e provò a spostare col suo peso se stessa e il paracadute al centro della balla di fieno: purtroppo arrivò prima al terreno.
Applebloom sentì il dolore della caduta attraversagli tutto il corpo, e sentì quale “crack” qua e là per il suo corpo: ella cominciò a preoccuparsi, e si sdraiò d' istinto a terra urlando.
Scootaloo corse preoccupata alla sua amica gialla, le chiese se andava tutto bene.
Applebloom rispose in modo sarcastico “Sì, sto benissimo. Cader da circa 4 piani di edificio con pochi modi per assorbire l' impatto mi ha fatto bene”
“Allora che ti lamenti ?”
“Era sarcasmo, Scootaloo, su vai a chiamare un medico, presto !”
E così Scootaloo fece..
Dopo dieci minuti che sembravano interminabili, all' orizzonte apparve una sagoma bianca con qualcosa se sembrava una borsa marrone.
Nel frattempo che avevano aspettato, Sweetie Belle aveva domandato ad Applebloom di provare ad alzarsi e camminare, prima di chiamare inutilmente aiuto, ma Appelbloom diceva che era meglio di no, perchè non era sicura se provare a stare in piedi fosse una cosa sicura, dopo quello che era successo.
Quando finalmente la sagoma divenne più definita, Applebloom vide che si trattava dell' Infermiera Redheart, che sembrava un poco irritata per la chiamata fatta da Scootaloo: evidentemente, la cavalla si era svegliata con la bile di traverso.
Applebloom urlò:
“Ehi ! Tabarrina ! Son qui !”
L' Infermiera disse seccata:
"Sì, lo so, Appelbloom, sono qui, non c' è bisogno di urlare"
Poi la cavalla si piegò, e disse:
"Non vedo traumi esterni, salvo per qualche livido... che è successo ?"
Applebloom disse in modo disinvolto:
"Stavamo saltando giù dal granaio su una balla di fieno per fare balconing, quando ho sbagliato ad atterrare e mi sono ritrovata dolorante a terra"
Redheart si mise per brevissimo tempo sugli zoccoli posteriori, a segnalare la sua rabbia, e disse:
"Cosa ? Hai fatto balconing ? Hai idea di quanti poveracci e poveracce devo sistemare per questa stupidissima moda ? Hai idea che qualcuno c' è pure MORTO ? Te lo dico subito: se ti fai male e mi chiami, giuro che non ti vengo a visitare e chiamo diretta diretta l' ambulanza, così vai in ospedale e risparmio il mio tempo prezioso"
Applebloom sgranò gli occhi: ospedale ?
ella sua mente partì un flash mentale: si immaginò legata ad un letto d' ospedale; dolorante; ridotta ad una mummia di bende immobile; con macchinari strani e di funzione ignota attaccati su ogni metro libero del suo piccolo corpo e in ogni orifizio e attorno a lei un gruppo di medici danzanti con siringhe e bisturi che ridacchianti che dicevano :
"Greppohklatria !"
"Devo prendere un litro di sangue da te..."
"Devo tagliarti via parte del fegato..."
"Purtroppo hai perso il controllo delle tue funzioni corporali: pannolino rosa o azzurro ?"
E così via, praticamente un tartaro in terra.
Ma Applebloom pensò che tale promessa non si sarebbe applicato ad ogni dolore che si procurava... vero ?
Ella chiese:
"Infermiera... il tuo patto per quali dolori vale ?"
Redheart si voltò drammaticamente e disse:
"TUTTI", poi fece cenno alle sue due amiche di prenderla sul dorso e di portarla nella clinica per accertamenti
Applebloom stava sopra l' armadio, e continuava ad urlare con il suo zoccolo destro sanguinante e il resto del corpo coperto di piccole ferite causate dalle schegge:
“NO! Un' scendo ! Un' voglio andare all' ospedale ! Un' voglio ! Un' voglio ! NON VOGLIO !”
Applejack, che si trovava vicino all' armadio con l' Infermiera Redheart, di mentre tentava di afferrare sua sorella che si trovava al di sopra dell' armadio, Applejack:
“Va bene, un' ti porterò all' ospedale, ma, boia dè, un' potesti scendere ?”
Applebloom rispose con le lacrime agli occhi e con una voce rabbiosa:
“Finchè quella tabarrina è qui, io un' scendo ! Un' sono grulla !”
L' Infermiera Redheart fece cenno ad Applejack di spostarsi, e di lasciare lei sbrogliare la situazione: infatti l' infermiera aveva visto molti casi di pazienti con casi di autolesionismo estremo, oltre che di pazienti che negavano nel modo più assoluto la necessità di cure mediche, quando in realtà ne avevano bisogno, e in modo urgente.
La cavalla bianca disse con voce rassicurante:
“Applebloom... coraggio... scendi... non ti succederà nulla... non ti farò del male... scendi, così noi due ti diamo una sistemata subito subito qui, in camera tua”
La puledra gialla sembrò leggermente più convinta, ma affermò che non sarebbe scesa comunque, poiché lei si era fatta male, e quindi lei doveva essere portata al Pronto Soccorso.
L' Infermiera Redheart rimase incuriosita dall' insistenza e dalla fermezza delle credenze di Applebloom: ella vide in tale conversazione uno spiraglio per farla scendere...
“E cosa ti fa penshare che ti porterò all' ospedale ?”
Applebloom fece una faccia sorpresa ed esclamò:
“Come ? Un' te lo ricordi ? Tre giorni fa mi dicesti che alla prossima occashione in cui mi sarei fatta male, io sarei shtata portata in ospedale !”
La cavalla bianca non si ricordò di tale evento, e chiese:
“Non mi pare di averlo detto... potresti cortesemente spiegarmi dall' inizio che cosa è successo ?”
Applebloom fece un respiro profondo, e cominciò a raccontare....
Tre giorni prima
“Ciao, Applebloom ! Come stai ?”
Scootaloo arrivò con il suo suo classico scooter portando con sé Sweetie Belle.
“Bene, e tu ? Oh, ciao Sweetie Belle, non ti avevo vista !”
La puledra bianca fece cenno con lo zoccolo e disse:
“Oh, nessun problema, Applebloom, piuttosto... quale è il programma per oggi ?”
Applebloom mormorò:
“Vistho che siamo tutte a posto con i compiti per casa, abbiamo tutto il pomeriggio davanti a noi... vediamo... ho shentito parlare del “balconing”, e sembra piuttosto interessante, vistho che si tratta di lanciarsi dal balcone di un edificio sopra un cumulo di fieno: potremmo utilizzare la piattaforma intorno alla nostro covo come balcone, per farlo a modino...”
Sweetie Belle disse dubbiosa:
“Ma... non è un PO' troppo pericoloso ? Voglio dire, potrebbe accadere ogni cosa...”
Scootaloo disse:
“Non essere sciocca, Sweetie Belle ! Il fieno assorbe ogni urto. Comunque, non credo che la piattaforma introno al nostro covo sia abbastanza alta... piuttosto, che ne pensi di utilizzare come balcone quello che si affaccia sul retro del negozio di Rarity ? E' alto abbastanza, ed è facile trovare qualcosa con cui creare il “materasso”...”
“Mia sorella ci ucciderebbe se ci vedesse fare questo “balconing” da lì... e non mi vengono in mente posti abbastanza alti a cui noi possiamo accedere... direi che questa cosa non s' a da fare”
Le tre puledre cominciarono a girare in tondo, fino a quando gli occhi di Applebloom si illuminarono come per un' illuminazione spirituale.
“Il tetto del fienile ! Un' ci vede punta persona, di paglia ce ne è a sfà... si può fare”
“Ottima idea, Applebloom ! Andiamo”
“Penso che ce ne pentiremo, ma si dice “chi non prova non sa”, ergo...”
E tutte e tre le puledre si avviarono verso fienile degli Apple.
Dopo un' ora di scalate delle mura del fienile, il posizionamento delle balle di fieno e la preparazione di tutte le imbracature possibili ed immaginabili per evitare di farsi male, fra cui un casco da rugby, un giubbotto salvagente e un paracadute, le tre cavalline erano pronte a tuffarsi.
Scootaloo disse con voce sicura:
“Ora vi mostrerò che le mie ali non sono solo delle appendici di carne inutili”, e si lanciò giù: ella dispiegò le sue piccole ali, e riuscì a planare sopra la balla di fieno, atterrando in piedi e senza danni.
Applebloom urlò:
“Allora, che te ne è parso ?”
“Bello, ma ancora niente, è il turno di quella fifona di Sweetie Belle !”
La puledrina bianca rispose offesa:
“Non sono codarda ! Sono razionale ! Se tu riesci a cadere senza danni sulla balla di fieno, non vuol dire che tutti possono ! In ogni caso, se volete continuare, cedo il mio turno ad Applebloom”
La puledra in questione ringraziò la bianca amica, e si lanciò eccitata nel vuoto... non sapeva che c' era una ragione per cui Scootaloo aveva tentato di cambiare la direzione in aria, e non era perchè voleva apparire figa davanti a tutti...
La puledra gialla si accorse troppo tardi che era leggermente fuori tiro, e che stava per cadere poco lontano dalla balla di fieno.. e ciò poteva significare sfracellarsi !
Applebloom provò, mentre urlava e andava nel panico, ad aprire il paracadute nella speranza di attutire l' impatto e guidare meglio la caduta, ma non ci riuscì al momento giusto: era destinata a cadere male.
Ma ella non si perse d' animo, e provò a spostare col suo peso se stessa e il paracadute al centro della balla di fieno: purtroppo arrivò prima al terreno.
Applebloom sentì il dolore della caduta attraversagli tutto il corpo, e sentì quale “crack” qua e là per il suo corpo: ella cominciò a preoccuparsi, e si sdraiò d' istinto a terra urlando.
Scootaloo corse preoccupata alla sua amica gialla, le chiese se andava tutto bene.
Applebloom rispose in modo sarcastico “Sì, sto benissimo. Cader da circa 4 piani di edificio con pochi modi per assorbire l' impatto mi ha fatto bene”
“Allora che ti lamenti ?”
“Era sarcasmo, Scootaloo, su vai a chiamare un medico, presto !”
E così Scootaloo fece..
Dopo dieci minuti che sembravano interminabili, all' orizzonte apparve una sagoma bianca con qualcosa se sembrava una borsa marrone.
Nel frattempo che avevano aspettato, Sweetie Belle aveva domandato ad Applebloom di provare ad alzarsi e camminare, prima di chiamare inutilmente aiuto, ma Appelbloom diceva che era meglio di no, perchè non era sicura se provare a stare in piedi fosse una cosa sicura, dopo quello che era successo.
Quando finalmente la sagoma divenne più definita, Applebloom vide che si trattava dell' Infermiera Redheart, che sembrava un poco irritata per la chiamata fatta da Scootaloo: evidentemente, la cavalla si era svegliata con la bile di traverso.
Applebloom urlò:
“Ehi ! Tabarrina ! Son qui !”
L' Infermiera disse seccata:
"Sì, lo so, Appelbloom, sono qui, non c' è bisogno di urlare"
Poi la cavalla si piegò, e disse:
"Non vedo traumi esterni, salvo per qualche livido... che è successo ?"
Applebloom disse in modo disinvolto:
"Stavamo saltando giù dal granaio su una balla di fieno per fare balconing, quando ho sbagliato ad atterrare e mi sono ritrovata dolorante a terra"
Redheart si mise per brevissimo tempo sugli zoccoli posteriori, a segnalare la sua rabbia, e disse:
"Cosa ? Hai fatto balconing ? Hai idea di quanti poveracci e poveracce devo sistemare per questa stupidissima moda ? Hai idea che qualcuno c' è pure MORTO ? Te lo dico subito: se ti fai male e mi chiami, giuro che non ti vengo a visitare e chiamo diretta diretta l' ambulanza, così vai in ospedale e risparmio il mio tempo prezioso"
Applebloom sgranò gli occhi: ospedale ?
ella sua mente partì un flash mentale: si immaginò legata ad un letto d' ospedale; dolorante; ridotta ad una mummia di bende immobile; con macchinari strani e di funzione ignota attaccati su ogni metro libero del suo piccolo corpo e in ogni orifizio e attorno a lei un gruppo di medici danzanti con siringhe e bisturi che ridacchianti che dicevano :
"Greppohklatria !"
"Devo prendere un litro di sangue da te..."
"Devo tagliarti via parte del fegato..."
"Purtroppo hai perso il controllo delle tue funzioni corporali: pannolino rosa o azzurro ?"
E così via, praticamente un tartaro in terra.
Ma Applebloom pensò che tale promessa non si sarebbe applicato ad ogni dolore che si procurava... vero ?
Ella chiese:
"Infermiera... il tuo patto per quali dolori vale ?"
Redheart si voltò drammaticamente e disse:
"TUTTI", poi fece cenno alle sue due amiche di prenderla sul dorso e di portarla nella clinica per accertamenti
Capitolo 2
Spoiler:
L' interno della sala d' attesa clinica era come ci si aspetterebbe che sia: semi vuoto, pulito nei minimi recessi, con diversi manifesti attaccati ai bianchi muri invitanti a fare le procedure mediche più varie, dalle vaccinazioni contro l' ultima influenza invernale, da sempre spacciata dai giornali come “mortale”, all' invito di farsi togliere parte del midollo osseo per curare delle malattie genetiche strane, il cui nome sfuggiva a tutti ma non ai medici e agli affetti .
Redheart aveva lasciato, non senza qualche improperio di troppo, Applebloom e le sue preoccupatissime amiche nella sala d' aspetto, allo scopo di vedere se poteva utilizzare il macchinario a Raggi X all' interno della clinica, senza dover partire con pantomime varie con il Dr. Sawbones, che era famoso per non lasciare nessuno utilizzare i “suoi” macchinari se non in casi d' emergenza o se era via.
Nel frattempo che aspettavano, le tre puledre cominciarono a leggere i depliant e le riviste che c' erano dentro la sala d' attesa, nulla di troppo interessante, comunque: i classici giornali di gossip che potrebbero tranquillamente essere stati scritti su tavolette d' argilla; dépliant scarabocchiati e distrutti da un pony in attesa un po' troppo nervoso e così via.
Dopo pochi minuti, Redheart tornò nella sala d' attesa, e disse che potevano entrare senza problemi: Scootaloo e Sweetie Belle sistemarono lentamente Applebloom sul loro dorso, nella speranza di non fare danni più di quelli che, ipoteticamente, aveva subito.
L' entrata di Applebloom nella stanza fu accolta da una voce sibilante:
“Ah, sssalve, vedo che abbiamo qui una sssignorina che sssi è fatta male.... come possso aiutare ?”
La fonte di tale voce poi avanzò verso la luce: chi aveva parlato era uno stallone alto e molto, molto magro, quasi scheletrico; il suo manto era bianco con chiazze di rosso cupo, come se quelle macchie fossero di sangue secco; la sua lunga criniera cinerina era gettata sopra gli occhi a coprire gli occhi, facendo sembrare Sawbones uno straccione che ha appena ucciso un medico per rubargli il camice e la licenza medica; la sua coda era pure lei grigia, ma era raccolta in due trecce a mò di lingua di serpe, quasi a dire senza parole che parlava come parlerebbe un serpente, e forse, che aveva lo stesso atteggiamento.
La brutta visione e voce di Sawbones preoccupò Applebloom, che cominciava a chiedersi se lui era fedele alla sua parlata, e al suo nome, che faceva intuire che gli piaceva giochicchiare con le seghe, e non per tagliarci i tronchi degli alberi...
Ma la puledra bianca tentò di mantenere la calma, e ripetè tutta la storia del fallito tentativo di balconing: Sawbones prese appunti con una penna e un taccuino d' avorio, mentre faceva cenno all' infermiera Redheart di prendere l' occorrente per l' esame medico, ovvero la protezione in piombo e le corde per tenere ferme le gambe della puledra, casomai tentasse di fuggire...
Il medico-serpe disse:
“Interesssante... hai provato il balconing... ssspero che tu sssia ridotta come tutti gli altri che lo hanno provato...”
“Ovvero ?”
Sawbones disse “Ancora ambulanti, ma doloranti nelle giunture ancora per molto”, ma la mente di Applebloom, forse ottenebrata dal nervoso, fece capire alla puledra un messaggio completamente diverso:
“Con le osssicina rotte...”
Gli occhi di Applebloom si allargarono di paura e sorpresa: le aveva augurato delle ossa rotte ? Lo aveva fatto davvero ?
La puledra gialla espresse la sua paura abbassando le orecchie: ciò venne notato dalle amiche, che chiesero come mai era nervosa, visto che stava per fare una procedure semplicissima.
La puledra gialla bisbigliò qualcosa di incomprensibile come risposta, nella paura di sembrare sciocca.
Dopo poco, Redheart tornò nella verde e bianca anticamera della stanza con un grembiule di piombo rosso e con due corde di robusta canapa: l' infermiera chiese cortesemente di deporre Applebloom sopra il basso tavolinetto nell' anticamera, per poi farsi aiutare nel mettere il grembiule di piombo e a legare le gambe della cavallina teoricamente ferita: Scootaloo e Sweetie Belle avanzarono verso il tavolino, gettarono senza troppa attenzione la loro amica sul tavolino, e cominciarono a legare le gambe di Applebloom: non che lei fosse intenzionata a scappare.
Poi Scootaloo, mentre metteva il grembiule di piombo all' incontrario addosso alla amica, provò a chiacchierare del più e del meno con la gialla amica per distrarla: ella fallì, visto che la puledra gialla continuava a tornare sull' argomento, ed era evidente che non era in vena di chicchere.
Quando tutto fu pronto, Sawbones disse:
“La macchina è pronta... portate le paziente dentro....”
Applebloom sospirò, e fece cenno di farsi portare all' interno.
La stanza era circolare, buona parte del muro era occupata da una vetrata da cui i tecnici e i medici potevano visionare ciò che accadeva all' interno, mentre la parte non occupata dalla vetrata era dipinta di verde scuro in basso, mentre la parte superiore era nuda e cruda pietra: l' ambiente sembrava molto spoglio, e dava quasi una sensazione di arcano alla stanza.
Applebloom fu adagiata sul lettino, legata con una striscia di tela robusta al suddetto lettino per essere sicuri che non provasse a scappare: tutte queste accortezze fecero dubitare Applebloom sul fatto che la radiografia in quel caso in particolare fosse indolore, visto che, passata la paura per l' ignoto, era probabile che lei avrebbe tentato di scappare solo in caso di estremo dolore, e Redheart, nella sua lunga esperienza che ha avuto con lei, lo sapeva.
Applebloom cominciò a mugugnare leggermente al pensiero di una possibile procedura dolorosa.
Sawbones chiuse la porta, poi disse:
“Drei..”
Si accese la luce del macchinario.
“Zwei...Ein.”
Sembrò non accadere nulla: l' aria si caricò di tensione da parte della puledra gialla, che si aspettava da un momento all' altro un dolore lanciante.
Alla fine Sawbones uscì dallo stanzino dove prima si trovava e cominciò a slegare Applebloom dicendo:
“Che peccato... nulla di... scasssato. Sssei libera di andare...”
La puledrina gialla sospirò di sollievo, e uscì camminando sui i suoi quattro zoccoli, andando verso casa.
Più tardi, Applebloom era tornata a casa, e stava giochicchiando con una pallina di gomma in camera sua: non aveva niente da fare, e stava cercando di dimenticare gli eventi accaduti quel giorno.
Ovviamente non durò.
La cavallina col fiocco sentì un suono di zoccoli avvicinarsi rapidamente dalle scale: Applebloom suppose che era sua sorella maggiore Applejack, e si preparò ad “accoglierla”.
La cavalla arancione arrivò con uno sguardo torvo, e disse:
“Applebloom... cosha hai fatto a parte della nostra paglia immangiabile ? Un' dirmi che è sparita, perchè un' sono torda. E poi, che sei stata a fa tutto il pomeriggio fuori ?”
Applebloom esitò a rispondere: doveva dire del tentativo di balconing ? O dire che si era fermata un po' di più a una casa di una amica ?
Applebloom ponderò a lungo su cosa rispondere, con grande fastidio della sorella, che insisteva per sapere: evidentemente, quel cumuletto di paglia rubato era stato stipato per uno scopo preciso sconosciuto alla puledra gialla.
Alla fine, capendo che dicendo una bugia avrebbe solo creato ulteriori guai a se stessa, affermò la verità:
“Ho fatto balconing, usando quella paglia come materasso, se te serviva per altro, scusami, ma un' è colpa mai se non un' dici un bischero di nulla”
Applejack all' inizio guardò turbata la sua sorellina, poi, quasi come se la conoscenza di quello che Applebloom aveva appena affermato di aver fatto nel pomeriggio fosse arrivata dall' alto, guardò con sguardo severo la puledra gialla: si preannunciavano guai...
“Cosa hai detto di aver fatto ? Lo sai che i molti tordi che provano questo schiocco tipo di “sport” spesso si sfracellano al suolo con gravi danni per se stessi ? Cosa ti ha detto la Tabarrina Redheart ?”
“Ha detto che alla prossima occashione che mi faccio male, mi porterà diretta al nosocomio, solo che non ho capito benissimo cosa intende per “alla prossima occasione”...”
Applejack guardò ancora più trucemente Applebloom:
“Lo sai benissimo, un' fare finta di un' aver capito, shai che schinifica. Visto che un' ti posso lasciare rubare lupini, ti dovrò punire, e ho un' idea: domani, un' ti presenterai con le tu' amiche, poi per i prossimi due giorni, aiuterai a pulire il fienile !”
Detto questo, Applejack uscì dalla stanza grugnendo di rabbia, e amplificando volontariamente il suono dei suoi passi.
Applebloom si era quasi abituata a quelle punizioni, quindi la cosa la tangeva poco, il problema era che adesso anche sua sorella aveva promesso che se si fosse fatta male in qualunque modo, Applebloom si sarebbe ritrovata in un letto d' ospedale.... ma ella provò ad indorarsi la pillola, in caso di fallimento: aveva sentito dell' apertura di una sezione ospedaliera apposta per i pony di età minore ai 14 anni, ove il personale medico era addestrato a trattare non solo con il corpo ma anche con la mente dei piccoli pazienti, e dove gli orari di vista erano meno restrittivi.
O forse è solo una grossa bugia, ed in realtà in quelle sezioni i puledri sono soggetti a pratiche più dolorose del dovuto per mano di medici microipposadisti, sessualmente attratti dai puledri o entrambi !
Ma, ancora una volta, Applebloom scacciò tali pensieri, per concentrasi sulla cena di quella sera...
Redheart aveva lasciato, non senza qualche improperio di troppo, Applebloom e le sue preoccupatissime amiche nella sala d' aspetto, allo scopo di vedere se poteva utilizzare il macchinario a Raggi X all' interno della clinica, senza dover partire con pantomime varie con il Dr. Sawbones, che era famoso per non lasciare nessuno utilizzare i “suoi” macchinari se non in casi d' emergenza o se era via.
Nel frattempo che aspettavano, le tre puledre cominciarono a leggere i depliant e le riviste che c' erano dentro la sala d' attesa, nulla di troppo interessante, comunque: i classici giornali di gossip che potrebbero tranquillamente essere stati scritti su tavolette d' argilla; dépliant scarabocchiati e distrutti da un pony in attesa un po' troppo nervoso e così via.
Dopo pochi minuti, Redheart tornò nella sala d' attesa, e disse che potevano entrare senza problemi: Scootaloo e Sweetie Belle sistemarono lentamente Applebloom sul loro dorso, nella speranza di non fare danni più di quelli che, ipoteticamente, aveva subito.
L' entrata di Applebloom nella stanza fu accolta da una voce sibilante:
“Ah, sssalve, vedo che abbiamo qui una sssignorina che sssi è fatta male.... come possso aiutare ?”
La fonte di tale voce poi avanzò verso la luce: chi aveva parlato era uno stallone alto e molto, molto magro, quasi scheletrico; il suo manto era bianco con chiazze di rosso cupo, come se quelle macchie fossero di sangue secco; la sua lunga criniera cinerina era gettata sopra gli occhi a coprire gli occhi, facendo sembrare Sawbones uno straccione che ha appena ucciso un medico per rubargli il camice e la licenza medica; la sua coda era pure lei grigia, ma era raccolta in due trecce a mò di lingua di serpe, quasi a dire senza parole che parlava come parlerebbe un serpente, e forse, che aveva lo stesso atteggiamento.
La brutta visione e voce di Sawbones preoccupò Applebloom, che cominciava a chiedersi se lui era fedele alla sua parlata, e al suo nome, che faceva intuire che gli piaceva giochicchiare con le seghe, e non per tagliarci i tronchi degli alberi...
Ma la puledra bianca tentò di mantenere la calma, e ripetè tutta la storia del fallito tentativo di balconing: Sawbones prese appunti con una penna e un taccuino d' avorio, mentre faceva cenno all' infermiera Redheart di prendere l' occorrente per l' esame medico, ovvero la protezione in piombo e le corde per tenere ferme le gambe della puledra, casomai tentasse di fuggire...
Il medico-serpe disse:
“Interesssante... hai provato il balconing... ssspero che tu sssia ridotta come tutti gli altri che lo hanno provato...”
“Ovvero ?”
Sawbones disse “Ancora ambulanti, ma doloranti nelle giunture ancora per molto”, ma la mente di Applebloom, forse ottenebrata dal nervoso, fece capire alla puledra un messaggio completamente diverso:
“Con le osssicina rotte...”
Gli occhi di Applebloom si allargarono di paura e sorpresa: le aveva augurato delle ossa rotte ? Lo aveva fatto davvero ?
La puledra gialla espresse la sua paura abbassando le orecchie: ciò venne notato dalle amiche, che chiesero come mai era nervosa, visto che stava per fare una procedure semplicissima.
La puledra gialla bisbigliò qualcosa di incomprensibile come risposta, nella paura di sembrare sciocca.
Dopo poco, Redheart tornò nella verde e bianca anticamera della stanza con un grembiule di piombo rosso e con due corde di robusta canapa: l' infermiera chiese cortesemente di deporre Applebloom sopra il basso tavolinetto nell' anticamera, per poi farsi aiutare nel mettere il grembiule di piombo e a legare le gambe della cavallina teoricamente ferita: Scootaloo e Sweetie Belle avanzarono verso il tavolino, gettarono senza troppa attenzione la loro amica sul tavolino, e cominciarono a legare le gambe di Applebloom: non che lei fosse intenzionata a scappare.
Poi Scootaloo, mentre metteva il grembiule di piombo all' incontrario addosso alla amica, provò a chiacchierare del più e del meno con la gialla amica per distrarla: ella fallì, visto che la puledra gialla continuava a tornare sull' argomento, ed era evidente che non era in vena di chicchere.
Quando tutto fu pronto, Sawbones disse:
“La macchina è pronta... portate le paziente dentro....”
Applebloom sospirò, e fece cenno di farsi portare all' interno.
La stanza era circolare, buona parte del muro era occupata da una vetrata da cui i tecnici e i medici potevano visionare ciò che accadeva all' interno, mentre la parte non occupata dalla vetrata era dipinta di verde scuro in basso, mentre la parte superiore era nuda e cruda pietra: l' ambiente sembrava molto spoglio, e dava quasi una sensazione di arcano alla stanza.
Applebloom fu adagiata sul lettino, legata con una striscia di tela robusta al suddetto lettino per essere sicuri che non provasse a scappare: tutte queste accortezze fecero dubitare Applebloom sul fatto che la radiografia in quel caso in particolare fosse indolore, visto che, passata la paura per l' ignoto, era probabile che lei avrebbe tentato di scappare solo in caso di estremo dolore, e Redheart, nella sua lunga esperienza che ha avuto con lei, lo sapeva.
Applebloom cominciò a mugugnare leggermente al pensiero di una possibile procedura dolorosa.
Sawbones chiuse la porta, poi disse:
“Drei..”
Si accese la luce del macchinario.
“Zwei...Ein.”
Sembrò non accadere nulla: l' aria si caricò di tensione da parte della puledra gialla, che si aspettava da un momento all' altro un dolore lanciante.
Alla fine Sawbones uscì dallo stanzino dove prima si trovava e cominciò a slegare Applebloom dicendo:
“Che peccato... nulla di... scasssato. Sssei libera di andare...”
La puledrina gialla sospirò di sollievo, e uscì camminando sui i suoi quattro zoccoli, andando verso casa.
Più tardi, Applebloom era tornata a casa, e stava giochicchiando con una pallina di gomma in camera sua: non aveva niente da fare, e stava cercando di dimenticare gli eventi accaduti quel giorno.
Ovviamente non durò.
La cavallina col fiocco sentì un suono di zoccoli avvicinarsi rapidamente dalle scale: Applebloom suppose che era sua sorella maggiore Applejack, e si preparò ad “accoglierla”.
La cavalla arancione arrivò con uno sguardo torvo, e disse:
“Applebloom... cosha hai fatto a parte della nostra paglia immangiabile ? Un' dirmi che è sparita, perchè un' sono torda. E poi, che sei stata a fa tutto il pomeriggio fuori ?”
Applebloom esitò a rispondere: doveva dire del tentativo di balconing ? O dire che si era fermata un po' di più a una casa di una amica ?
Applebloom ponderò a lungo su cosa rispondere, con grande fastidio della sorella, che insisteva per sapere: evidentemente, quel cumuletto di paglia rubato era stato stipato per uno scopo preciso sconosciuto alla puledra gialla.
Alla fine, capendo che dicendo una bugia avrebbe solo creato ulteriori guai a se stessa, affermò la verità:
“Ho fatto balconing, usando quella paglia come materasso, se te serviva per altro, scusami, ma un' è colpa mai se non un' dici un bischero di nulla”
Applejack all' inizio guardò turbata la sua sorellina, poi, quasi come se la conoscenza di quello che Applebloom aveva appena affermato di aver fatto nel pomeriggio fosse arrivata dall' alto, guardò con sguardo severo la puledra gialla: si preannunciavano guai...
“Cosa hai detto di aver fatto ? Lo sai che i molti tordi che provano questo schiocco tipo di “sport” spesso si sfracellano al suolo con gravi danni per se stessi ? Cosa ti ha detto la Tabarrina Redheart ?”
“Ha detto che alla prossima occashione che mi faccio male, mi porterà diretta al nosocomio, solo che non ho capito benissimo cosa intende per “alla prossima occasione”...”
Applejack guardò ancora più trucemente Applebloom:
“Lo sai benissimo, un' fare finta di un' aver capito, shai che schinifica. Visto che un' ti posso lasciare rubare lupini, ti dovrò punire, e ho un' idea: domani, un' ti presenterai con le tu' amiche, poi per i prossimi due giorni, aiuterai a pulire il fienile !”
Detto questo, Applejack uscì dalla stanza grugnendo di rabbia, e amplificando volontariamente il suono dei suoi passi.
Applebloom si era quasi abituata a quelle punizioni, quindi la cosa la tangeva poco, il problema era che adesso anche sua sorella aveva promesso che se si fosse fatta male in qualunque modo, Applebloom si sarebbe ritrovata in un letto d' ospedale.... ma ella provò ad indorarsi la pillola, in caso di fallimento: aveva sentito dell' apertura di una sezione ospedaliera apposta per i pony di età minore ai 14 anni, ove il personale medico era addestrato a trattare non solo con il corpo ma anche con la mente dei piccoli pazienti, e dove gli orari di vista erano meno restrittivi.
O forse è solo una grossa bugia, ed in realtà in quelle sezioni i puledri sono soggetti a pratiche più dolorose del dovuto per mano di medici microipposadisti, sessualmente attratti dai puledri o entrambi !
Ma, ancora una volta, Applebloom scacciò tali pensieri, per concentrasi sulla cena di quella sera...
Capitolo 3
Spoiler:
Finita la cena a base di erba alla salsa di mele e acqua gassata consumata con forte aria di tensione, Applebloom tornò in camera sua per avere il suo riposo notturno: ella spense le luci sulle scale, poi aprì la porta in legno della sua camera, mise a posto i vari oggetti sparsi per terra, spense la luce de si mise sotto le coperte.
Ma la puledra non si addormentò subito: la sua mente, ora libera da altri pensieri, ritornò sull' argomento “ospedale”: la sua mente pensò che forse c' era un motivo specifico per cui l' infermiera Redheart aveva minacciato di mandarla in ospedale: dopotutto, non minacci un pony di fargli una cosa che non sei sicuro che ci passerà sopra. Ma Applebloom rispose a se stessa razionalmente che Redheart non la stava minacciando di mandarla in ospedale alla prima occasione, ma solo se si fosse ferita facendo qualcosa di stupido, ergo, un taglietto da carta sarebbe passato inosservato, due costole rotte perchè ella ha tentato di passare attraverso gli ingranaggi dell' orologio cittadino, quello no, non sarebbe stato perdonato. Nondimeno, quelli erano gli estremi della stessa scala, e lei non sapeva quale era il livello di tolleranza dell' Infermeira Redheart... Appelbloom decise di dormirci su.
Ma appena la puledra gialla cadde nel sonno, quasi si pentì di averlo fatto.
Ella sognò prima una porta di avorio e corno, poi di svegliarsi in camera sua come suo solito, di scendere dal letto sbadigliando.... e di inciampare su un tubo da disegno pieno rimasto sul pavimento.
Questa caduta causò un forte dolore che fece urlare Applebloom, richiamando l' attenzione della sorella e dei famigliari... i quali invece di aiutarla, dissero:
“Ti sei fatta male... bene, visto che è shuccesso, come ho promesso ieri, ti porto al noshocomio !”
Il rosso fratello commentò “Direi di sì, mia cara sorella”
La vecchia di famiglia continuò a guardare con i suoi occhi semi vitrei con disprezzo la povera puledra gialla.
A quel punto, Applebloom sognò di essere teletrasportata su una barella d' ospedale, circondata da tre medici: uno dei medici era un pony di terra marrone chiaro, con dei baffi e una barba nera maltenuta sul suo grezzo muso, che denunciava un' aura di brutalità costante, e con uno sguardo di fastidio verso la puledra gialla; un altro di questi barellieri era un unicorno verde con la criniera rossa: aveva sugli occhi due spessi occhiali tondi, e la sua espressione faceva trasparire gioia sadica, oltre che grande disprezzo dei sentimenti dei pazienti; infine, c' era il Dr. Sawbones come ultimo barelliere: nel sogno, le sue pupille erano oblunghe come quelli dei serpenti.
Applebloom domandò dove stavano andando con la barella, ma non ricevette risposta dai tre medici, che invece risposero con un sorrisetto ambiguo, quasi a dire:
“E' una sorpresa... spiacevole” o “Vedrai...” .
La barella continuò a muoversi dentro il corridoio d' ospedale, e mano e mano che la puledra veniva trasportata verso chissà dove, i corridoi si tingevano di tinte sempre più fosche: dalle pareti verdi e bianche con qualche sporadica pianta, che quantomeno qualificavano il luogo come pulito, il bianco si trasformò sempre di più in rosso, e il verde in giallo, da piccole macchie fino a coprire i muri, dando l' impressione che le pareti fossero state dipinte col sangue e altri liquidi corporei non igenici...
Le piante vennero sostituite da barelle vuote sporche di sangue o con cumuli di oggetti medici usati, quali flebo, cateteri e siringhe.
L' intero ambiente era reso più inquietante dalle urla di dolore e terrore provenienti dalle camere: Applebloom sentiva le voci di coetanee/i e puledri più piccoli di lei urlare cose del tipo:
“Lasciatemi andare ! Lasciatemi andare !”
“La prego dottore, la smetta ! La smetta !”
“Non volio fare puntula ! Non volio !”
“Non ho firma il permesso per farmi rimuovere gli organi, ridetemeli !”
“Sono ridotto a un puntaspilli... frenatevi”
“Il dolore... mi opprime ! Lasciatemi andare, sono guarito dalla malattia che mi affliggeva !”
"Aaah, brutto bastardo ! Aspè... no, no, no !"
Tutte queste voci dei pazienti erano piangenti o rabbiose, e alla fine di ogni frase, si sentiva una risata malvagia provenire dei “dottori” all' interno.
Una sola di queste voci sembrava rompere la litania di lamenti e pianti: era la voce fiera di un giovane adulto, che affermava:
“La mia mente appartiene a me solo... voi non potete manipolarla... e non ricavare piacere nel torturarmi, perchè non mi vedrete cedere”
A questa frase seguì il rumore di una sega circolare, e dal suono evidente di carne e ossa segate, la puledra ormai stava per fare delle condoglianze telepatiche a lui, quando risentì la sua voce, ora più squillante ed autorevole:
“Credete davvero che tagliarmi un arto servirà a fermarmi ? Idioti, dovreste tornare alla scuola medica, e vedere come potete torturare un paziente in modo efficace !”
A quel punto la barella cominciò a prender velocità, come se la barella dovesse coprire ogni possibilità di speranza all' interno di quella bolgia.
Alla fine la barella si fermò in una stanza quasi buia, con a malapena una lampadina penzolante sul soffitto, ma con un sacco di macchinari di aspetto arcano ed inquietante vicino al letto dove lei fu adagiata.
Appena la puledra gialla fu posizionata sul letto, subito l' unicorno verde di mise ad aggeggiare con i macchinari vicino al letto, e a posizionarli nel modo più doloroso e imbarazzante possibile su Applebloom, che si ritrovò con il petto e tutta la zona pelvica coperta di cavi e tubi, facendola sembrare una specie di cyborg da libro di fantascienza, con l' unica differenza che lei era bloccata in un letto d' ospedale con tali tubi facenti un dolore cane....
Quando tutto fu in posizione, Sawbones disse:
“Quindi hai una gamba rotta, eh ? Bhè, rimediamo subito...”
Il pony bianco e rosso tirò fuori una sega da ossa, e si apprestò ad usarla sulla gamba sinistra della puledra gialla: Applebloom chiuse gli occhi, sapendo cosa stava per accadere... ovvero avrebbe visto la sua gamba segata... e così fu: Sawbones tagliò da parte a parte l' osso, prese l' arto amputato, e con esso, Sawbones cominciò a picchiarci il cmpagno di stanza, un puledrino verde chiaro poco più giovane della puledra gialla.
Nel mentre che il medico-serpe si divertiva a basonare il compagno di stanza, l' unicorno verde, con un movimento fluido, tirò fuori un accendino, e con esso cauterizzò la ferita creatasi dall' amputazione, causando il risveglio della puledra
All' inizio Applebloom era totalmente convinta che qullo che aveva appena sognato era accaduto davvero: la caduta, le scene dell' ospedale... tutto sembrava così orribilmente realistico, che la puledra gialla ci mise molto a capire che era stato tutto un sogno... ciononostante, un particolare inquietante le fece pensare di aver visto un possibile futuro.
La porta.
La porta di corno, come aveva letto su un libro riguardo l' interpretazione dei sogni, significava che un dato evento poteva accadere con le giuste circostanze... e quindi, stando a quel libro, ha visto il possibile futuro se non fosse stata attenta nel non farsi male in qualsiasi modo, e il pensiero di entrare in quel buco infernale non era rassicurante... ma subito la puledrina scartò tale pensiero, dicendo a se stessa:
“Non posso credere a un sogno, e che diamine !”
A quel punto, ella si alzò dal letto, e scese le scale saltellando... ed ella inciampò su uno scalino.
Non se ne ra nenache accorta: un momento prima canticchiava per dimenticare quell' incubo, e il momento successivo era riversa sul fondo delle scale, con una gamba probabilmente rotta, un dolore al torace, e il pensiero di come mai non era stata attenta.
Ma la puledra non si addormentò subito: la sua mente, ora libera da altri pensieri, ritornò sull' argomento “ospedale”: la sua mente pensò che forse c' era un motivo specifico per cui l' infermiera Redheart aveva minacciato di mandarla in ospedale: dopotutto, non minacci un pony di fargli una cosa che non sei sicuro che ci passerà sopra. Ma Applebloom rispose a se stessa razionalmente che Redheart non la stava minacciando di mandarla in ospedale alla prima occasione, ma solo se si fosse ferita facendo qualcosa di stupido, ergo, un taglietto da carta sarebbe passato inosservato, due costole rotte perchè ella ha tentato di passare attraverso gli ingranaggi dell' orologio cittadino, quello no, non sarebbe stato perdonato. Nondimeno, quelli erano gli estremi della stessa scala, e lei non sapeva quale era il livello di tolleranza dell' Infermeira Redheart... Appelbloom decise di dormirci su.
Ma appena la puledra gialla cadde nel sonno, quasi si pentì di averlo fatto.
Ella sognò prima una porta di avorio e corno, poi di svegliarsi in camera sua come suo solito, di scendere dal letto sbadigliando.... e di inciampare su un tubo da disegno pieno rimasto sul pavimento.
Questa caduta causò un forte dolore che fece urlare Applebloom, richiamando l' attenzione della sorella e dei famigliari... i quali invece di aiutarla, dissero:
“Ti sei fatta male... bene, visto che è shuccesso, come ho promesso ieri, ti porto al noshocomio !”
Il rosso fratello commentò “Direi di sì, mia cara sorella”
La vecchia di famiglia continuò a guardare con i suoi occhi semi vitrei con disprezzo la povera puledra gialla.
A quel punto, Applebloom sognò di essere teletrasportata su una barella d' ospedale, circondata da tre medici: uno dei medici era un pony di terra marrone chiaro, con dei baffi e una barba nera maltenuta sul suo grezzo muso, che denunciava un' aura di brutalità costante, e con uno sguardo di fastidio verso la puledra gialla; un altro di questi barellieri era un unicorno verde con la criniera rossa: aveva sugli occhi due spessi occhiali tondi, e la sua espressione faceva trasparire gioia sadica, oltre che grande disprezzo dei sentimenti dei pazienti; infine, c' era il Dr. Sawbones come ultimo barelliere: nel sogno, le sue pupille erano oblunghe come quelli dei serpenti.
Applebloom domandò dove stavano andando con la barella, ma non ricevette risposta dai tre medici, che invece risposero con un sorrisetto ambiguo, quasi a dire:
“E' una sorpresa... spiacevole” o “Vedrai...” .
La barella continuò a muoversi dentro il corridoio d' ospedale, e mano e mano che la puledra veniva trasportata verso chissà dove, i corridoi si tingevano di tinte sempre più fosche: dalle pareti verdi e bianche con qualche sporadica pianta, che quantomeno qualificavano il luogo come pulito, il bianco si trasformò sempre di più in rosso, e il verde in giallo, da piccole macchie fino a coprire i muri, dando l' impressione che le pareti fossero state dipinte col sangue e altri liquidi corporei non igenici...
Le piante vennero sostituite da barelle vuote sporche di sangue o con cumuli di oggetti medici usati, quali flebo, cateteri e siringhe.
L' intero ambiente era reso più inquietante dalle urla di dolore e terrore provenienti dalle camere: Applebloom sentiva le voci di coetanee/i e puledri più piccoli di lei urlare cose del tipo:
“Lasciatemi andare ! Lasciatemi andare !”
“La prego dottore, la smetta ! La smetta !”
“Non volio fare puntula ! Non volio !”
“Non ho firma il permesso per farmi rimuovere gli organi, ridetemeli !”
“Sono ridotto a un puntaspilli... frenatevi”
“Il dolore... mi opprime ! Lasciatemi andare, sono guarito dalla malattia che mi affliggeva !”
"Aaah, brutto bastardo ! Aspè... no, no, no !"
Tutte queste voci dei pazienti erano piangenti o rabbiose, e alla fine di ogni frase, si sentiva una risata malvagia provenire dei “dottori” all' interno.
Una sola di queste voci sembrava rompere la litania di lamenti e pianti: era la voce fiera di un giovane adulto, che affermava:
“La mia mente appartiene a me solo... voi non potete manipolarla... e non ricavare piacere nel torturarmi, perchè non mi vedrete cedere”
A questa frase seguì il rumore di una sega circolare, e dal suono evidente di carne e ossa segate, la puledra ormai stava per fare delle condoglianze telepatiche a lui, quando risentì la sua voce, ora più squillante ed autorevole:
“Credete davvero che tagliarmi un arto servirà a fermarmi ? Idioti, dovreste tornare alla scuola medica, e vedere come potete torturare un paziente in modo efficace !”
A quel punto la barella cominciò a prender velocità, come se la barella dovesse coprire ogni possibilità di speranza all' interno di quella bolgia.
Alla fine la barella si fermò in una stanza quasi buia, con a malapena una lampadina penzolante sul soffitto, ma con un sacco di macchinari di aspetto arcano ed inquietante vicino al letto dove lei fu adagiata.
Appena la puledra gialla fu posizionata sul letto, subito l' unicorno verde di mise ad aggeggiare con i macchinari vicino al letto, e a posizionarli nel modo più doloroso e imbarazzante possibile su Applebloom, che si ritrovò con il petto e tutta la zona pelvica coperta di cavi e tubi, facendola sembrare una specie di cyborg da libro di fantascienza, con l' unica differenza che lei era bloccata in un letto d' ospedale con tali tubi facenti un dolore cane....
Quando tutto fu in posizione, Sawbones disse:
“Quindi hai una gamba rotta, eh ? Bhè, rimediamo subito...”
Il pony bianco e rosso tirò fuori una sega da ossa, e si apprestò ad usarla sulla gamba sinistra della puledra gialla: Applebloom chiuse gli occhi, sapendo cosa stava per accadere... ovvero avrebbe visto la sua gamba segata... e così fu: Sawbones tagliò da parte a parte l' osso, prese l' arto amputato, e con esso, Sawbones cominciò a picchiarci il cmpagno di stanza, un puledrino verde chiaro poco più giovane della puledra gialla.
Nel mentre che il medico-serpe si divertiva a basonare il compagno di stanza, l' unicorno verde, con un movimento fluido, tirò fuori un accendino, e con esso cauterizzò la ferita creatasi dall' amputazione, causando il risveglio della puledra
All' inizio Applebloom era totalmente convinta che qullo che aveva appena sognato era accaduto davvero: la caduta, le scene dell' ospedale... tutto sembrava così orribilmente realistico, che la puledra gialla ci mise molto a capire che era stato tutto un sogno... ciononostante, un particolare inquietante le fece pensare di aver visto un possibile futuro.
La porta.
La porta di corno, come aveva letto su un libro riguardo l' interpretazione dei sogni, significava che un dato evento poteva accadere con le giuste circostanze... e quindi, stando a quel libro, ha visto il possibile futuro se non fosse stata attenta nel non farsi male in qualsiasi modo, e il pensiero di entrare in quel buco infernale non era rassicurante... ma subito la puledrina scartò tale pensiero, dicendo a se stessa:
“Non posso credere a un sogno, e che diamine !”
A quel punto, ella si alzò dal letto, e scese le scale saltellando... ed ella inciampò su uno scalino.
Non se ne ra nenache accorta: un momento prima canticchiava per dimenticare quell' incubo, e il momento successivo era riversa sul fondo delle scale, con una gamba probabilmente rotta, un dolore al torace, e il pensiero di come mai non era stata attenta.
Spoiler:
Due ore più tardi, nella Casa di Cura Injection.
Quando Deep Injection abbe terminato la sua routine, egli andò nel suo nascondiglio preferito per lasciarsi trasportare dai “fumi” del pianto e del dolore presi dai pazienti: l' ufficio del personale.
Deep aprì con la magia la porta, e si inoltrò dentro lo studio deserto.
Lo studio non era nulla di troppo pomposo o che: c' era un quadro rappresentante una cesto di frutta appassita; un vecchio diagramma anatomico ammuffito e pieno di macchie di ruggine a causa dei chiodi; un tavolo semplice in pressato; un portapenne ricavato dalla tibia di un paziente deceduto decenni prima; una sedia tarlata e instabile in faggio e quattro sedie ricavate dalgli scarti di una fabbrica di mobili.
Tale arredamento era stato creato ad hoc da Deep Injection, il quale voleva trasmettere un messaggio chiaro a chi si addentrava in quella stanza: le cure erano fatte con mezzi economici ma efficaci, e nessuno dei medici interni alla Casa di Cura erano definibili “gentili e pazienti” per gli standard comuni.
Appena dentro, l' unicorno verde si sedette sulla sedia, si mise comodo, poi chiuse gli occhi, e lasciò la sua parte sadica nutrirsi della paura e del dolore che aveva visto provare dai pazienti prima.
Tale abitudine risaliva ai suoi giorni da assistente da suo zio: quando la situazione si rendeva troppo ecitante, e rischiava di esplodere in termini di sanità mentale dal piacere ( o dal disgusto, al tempo le due emozioni erano molto legate), egli si congedava un attimo, ed andava nel cesso, si chiudeva a chaive dentro, e per cinque minuti si lasciava trasportare dal flusso di emozioni forti accumulate... e tali emozioni forti apparivano appetitose alla parte sadica, che decise di nutrirsi con tali “prelibatezze” solo in privato, e mai davanti al paziente, a meno che ridere in faccia al dolore del suddetto non fosse una mossa per rompere il suo guscio spirituale contenete ciò che cercava.
Nella mente di Deep Injection, immagini più innocenti passarono davanti a lui: la visione di un prato fiorito, la carezza di qualcuno di amato... tutte immagini che non avevano senso di esistere per Deep Injection, avendo un animo indurito dal suo passato e dal suo lavoro come medico pazzo, ma queste immagini continuavano ad esistere e a passare per la testa dell' unicorno verde solo perchè la parte sadica era troppo pigra per andare a cercare qualcosa altro per coprire il processo di consunzione delle emozioni, che, a detta della interessata, era “Un processo disgustoso e orrendo, che nessun occhio mortale deve vedere”, e visto che la sau parte sadica aveva, molto probabilmente, ragione, aveva sempre evitato di concentrarsi su come faceva a consumare le emozioni.
Deep Injection rimase così per circa dieci minuti, prima di essere riportato alla realtà da un urlo:
“Dr. Deep Injection ! Ci servono i vostri servigi !”
L' unicorno dalla rossa criniera rimase un po' stordito dall' urlo provniente dal corridoio: il medico sadico sbattè per tre volte gli occhi, prese gli occhiali caduti a terra, se li rimise sul muso e poi disse:
“Di che si tratta ?”
La voce era quella di Redheart, l' unica infermiera professionale della Casa di Cura, venuta lì per insegnare i rudimenti a due nuovi servitori della Casa.
“Incidente domestico. E' presente una gamba fratturata e il paziente riporta id avere un dolore al petto. Età stimata, otto anni”
Una scarica di piacere puro passò per tutto l' unicorno verde.
Una puledra di otto anni.
Con gamba rotta.
E petto dolorante.
LA combinazione di piacere per entrambe lep arti, sia la sadica sia la parte più sana della mente di Deep Injection.
Egli rispose:
“Perfetto.... andiamo ad applicare un po' di medicina....”
Nella Stanza 14, qualche minuto prima
Ae pplebloom era tesa come una corda di violino: non solo si era fatta molto male cadendo dalle scale, e ha dovuto aspettare per mezz' ora buona l' arrivo di sua sorella Applejack per poter finalemtne segnalare l' accaduto, ma sembrava anche che il suo sogno fatto la sera prima fosse, effettivamente veritiero: uno dei medici che trasportava la barella era effettivamente Sawbones, che per fortuna non mostrava comunque grandi segni di piacere nel vederla soffrire; il medico che l' aveva adagiata sul lettino operatorio senza troppe cerimonie e grugendo come un maiale era molto simile al pony di terra marrone smile a grizzly, con l' unica differenza che il pony di terran el sogno mostrava fastidio, nella realtà invece quest' ultimo non gli ne fregava niente, e spesso si fermava a dare ceffoni ai pazienti troppo rumorosi nelle camere, incurnate del fatto che portava sul dorso una barella con soprau na puledra sanguinante.
Il tempo scorreva piuttosto lentamente nella sala operatoria, dopo la scarica di adrenalina che aveva provato prima, ergo Applebloom guardò i suoi dintorni: una vetrata sporca, da cui si intravedevasua sorella Applejack guardavan con sguardo preoccupatissimo la puledra gialla, mentre Sawbones provava “cortesemente” a spostarla; le pareti erano bianche con irregolari strisce di rosso, che facevano intuire l' uso di una chirurgia meno ortodossa; il tavolo con strumenti era, a dire la verità, un mobiletto in bambù stile imepro che mal si sposava con il resto della stanza, di aspetto ben più asettico e professionale, se si potesse definire “asettico” un pavimento con mucchietti di cenere e liquidi corporei solidificati negli angoli.
Poi la puledra gialla cominciò a pensare su come si sarebbe svolta la probabile operazione: punti sul mento, ferri sulla gamba , degenza per qualche giorno, e fuori da quel posto con la gmaba inutilizzabile per due mesetti... nondimeno, nel mezzo potevano esserci imprevisti, quali, per esempio, un pony medico pazzo pronto a tutto per ottenere parte della sua anima, o magari un amputazione dell gamba, e conseguente macello riguardo se diseredarla o no a causa di tale menomazione, visto che, senza una gamba, raccogliere le mele e fare le latre attività agricole diventava più difficile, se non impossibile... tale pensiero non la rassicurò, anzi, la rese ancora più nervosa riguardo quello che stava per succedere.
Alla fine il medico arrivò ed era, poco sorprendentemente, l' unicorno verde con criniera rossa che guardava Applebloom con desiderio nel sogno: inutile dire che anche in quella situazione non si poteva dire che fosse indifferente.
Il chirurgo indossava la classica mascherina e il solito cappellino operatorio, ma con un tocco personale al tutto: sul fronte della mascherina, c' era la sigla in caratteri rossi “DI”, a indizio sul vero nome del chirurgo.
Appena entrato, l' unicorno verde accennò un inchino, e disse:
“Buongiorno, signorina Applebloom, vedo che lei ha subito diversi danni, fra cui anche la rottura del mento... ha due scelte: il metodo veloce, e il metodo lento.
A lei la scelta, signora, non spingerò per nessuna delle due”
Applebloom fu quasi stupita dal modo di esprimersi del chirurgo: da come era conciato, lap uledra gialla si aspettava un linguaggio più scurrile e poco articolato.
Dopo il primo momento di sorpresa, la povera puledrina cominciò a pensare riguardo all' offerta fatta: il metodo veloce, o il metodo lento ?
Lei non sapeva che cosa intendesse dire, ma di certo entrambe le soluzioni prevedevano molto dolore... ma forse il metodo veloce erano meno doloroso.
Poi pensò al fatto che lei aveva una gamba rotta, e che quindi era probabile che il “metodo veloce” prevedesse l' amputazione, cosa da evitare ad ogni costo... alla fine, dopo cinque minuti di pensiero, Applebloom fece la sua scelta:
“Vada per il metodo lento”
“Come desidera...”
Detto questo, l' unicorno tirò fuori teatralmente ago e filo con la magia, accostò con i suoi zoccoli i lembi di pelle del mento, causando forte dolore alla puledra gialla, che nonp otè urlare, poi il chirurgo con i capelli carmini cominciò a dare i punti in modo lento... molto lento.. quasi a tentare di enfatizzare l' entrata e l' uscita dell' ago dalla carne del mento.
Dopo cinque, lentissimi, dolorossissimi, punti, l' unicorno verde coprì il tutto con una garza sterile e un pezzo di cotone imbevuto nell' alcool puro.
Il leggero bruciore e il dolore al mento causarono la fuoriusicta di diverse lacrime dagli occhi di Applebloom: ella stava soffrendo, tanto, ed ella si chiedeva perchè lui faceva così.
Il chirurgo fece levitare il bisturi, e con un taglio netto, preciso e lento, aprì il petto della puledra, facendola urlare.
Il medico si mise ad osservare attentamente gli organi interni della puledra gialla con una lente di ingrandimento: Applebloom seguì, per quanto turbata da ciò che stava avvenendo, i movimenti degli occhi del medico, e sembrava che stava veramente guardando gli organi interni, non cercnado di spezzare la mente della puledrina sotto i ferri.
Da quanto le sembrava di aver capito, lei nell' urto si era danneggiata una costola, e qualche gocceia di sangue usciva dal diaframma.
Alla fine il medico verde smise di guardare, mise da parte la lente di ingrandimento sul tavolino in bambù e commentò:
“Sembra che lei si sia rotta una costola nella caduta... non un grosso problema. Per quanto riguarda la gamba rotta: vorrei tnato potergliela amputare...”
Applebloom sobbalzò
“Ma non ho il coltello adatto per lo scopo: la ifne id questa procedure è rimandata a dopodomani, quando dovrei riusicre ad ottenere id nuovo il coltello adatto. Ora lasciatemi chiudere questa incisione...”
Quando Deep Injection abbe terminato la sua routine, egli andò nel suo nascondiglio preferito per lasciarsi trasportare dai “fumi” del pianto e del dolore presi dai pazienti: l' ufficio del personale.
Deep aprì con la magia la porta, e si inoltrò dentro lo studio deserto.
Lo studio non era nulla di troppo pomposo o che: c' era un quadro rappresentante una cesto di frutta appassita; un vecchio diagramma anatomico ammuffito e pieno di macchie di ruggine a causa dei chiodi; un tavolo semplice in pressato; un portapenne ricavato dalla tibia di un paziente deceduto decenni prima; una sedia tarlata e instabile in faggio e quattro sedie ricavate dalgli scarti di una fabbrica di mobili.
Tale arredamento era stato creato ad hoc da Deep Injection, il quale voleva trasmettere un messaggio chiaro a chi si addentrava in quella stanza: le cure erano fatte con mezzi economici ma efficaci, e nessuno dei medici interni alla Casa di Cura erano definibili “gentili e pazienti” per gli standard comuni.
Appena dentro, l' unicorno verde si sedette sulla sedia, si mise comodo, poi chiuse gli occhi, e lasciò la sua parte sadica nutrirsi della paura e del dolore che aveva visto provare dai pazienti prima.
Tale abitudine risaliva ai suoi giorni da assistente da suo zio: quando la situazione si rendeva troppo ecitante, e rischiava di esplodere in termini di sanità mentale dal piacere ( o dal disgusto, al tempo le due emozioni erano molto legate), egli si congedava un attimo, ed andava nel cesso, si chiudeva a chaive dentro, e per cinque minuti si lasciava trasportare dal flusso di emozioni forti accumulate... e tali emozioni forti apparivano appetitose alla parte sadica, che decise di nutrirsi con tali “prelibatezze” solo in privato, e mai davanti al paziente, a meno che ridere in faccia al dolore del suddetto non fosse una mossa per rompere il suo guscio spirituale contenete ciò che cercava.
Nella mente di Deep Injection, immagini più innocenti passarono davanti a lui: la visione di un prato fiorito, la carezza di qualcuno di amato... tutte immagini che non avevano senso di esistere per Deep Injection, avendo un animo indurito dal suo passato e dal suo lavoro come medico pazzo, ma queste immagini continuavano ad esistere e a passare per la testa dell' unicorno verde solo perchè la parte sadica era troppo pigra per andare a cercare qualcosa altro per coprire il processo di consunzione delle emozioni, che, a detta della interessata, era “Un processo disgustoso e orrendo, che nessun occhio mortale deve vedere”, e visto che la sau parte sadica aveva, molto probabilmente, ragione, aveva sempre evitato di concentrarsi su come faceva a consumare le emozioni.
Deep Injection rimase così per circa dieci minuti, prima di essere riportato alla realtà da un urlo:
“Dr. Deep Injection ! Ci servono i vostri servigi !”
L' unicorno dalla rossa criniera rimase un po' stordito dall' urlo provniente dal corridoio: il medico sadico sbattè per tre volte gli occhi, prese gli occhiali caduti a terra, se li rimise sul muso e poi disse:
“Di che si tratta ?”
La voce era quella di Redheart, l' unica infermiera professionale della Casa di Cura, venuta lì per insegnare i rudimenti a due nuovi servitori della Casa.
“Incidente domestico. E' presente una gamba fratturata e il paziente riporta id avere un dolore al petto. Età stimata, otto anni”
Una scarica di piacere puro passò per tutto l' unicorno verde.
Una puledra di otto anni.
Con gamba rotta.
E petto dolorante.
LA combinazione di piacere per entrambe lep arti, sia la sadica sia la parte più sana della mente di Deep Injection.
Egli rispose:
“Perfetto.... andiamo ad applicare un po' di medicina....”
Nella Stanza 14, qualche minuto prima
Ae pplebloom era tesa come una corda di violino: non solo si era fatta molto male cadendo dalle scale, e ha dovuto aspettare per mezz' ora buona l' arrivo di sua sorella Applejack per poter finalemtne segnalare l' accaduto, ma sembrava anche che il suo sogno fatto la sera prima fosse, effettivamente veritiero: uno dei medici che trasportava la barella era effettivamente Sawbones, che per fortuna non mostrava comunque grandi segni di piacere nel vederla soffrire; il medico che l' aveva adagiata sul lettino operatorio senza troppe cerimonie e grugendo come un maiale era molto simile al pony di terra marrone smile a grizzly, con l' unica differenza che il pony di terran el sogno mostrava fastidio, nella realtà invece quest' ultimo non gli ne fregava niente, e spesso si fermava a dare ceffoni ai pazienti troppo rumorosi nelle camere, incurnate del fatto che portava sul dorso una barella con soprau na puledra sanguinante.
Il tempo scorreva piuttosto lentamente nella sala operatoria, dopo la scarica di adrenalina che aveva provato prima, ergo Applebloom guardò i suoi dintorni: una vetrata sporca, da cui si intravedevasua sorella Applejack guardavan con sguardo preoccupatissimo la puledra gialla, mentre Sawbones provava “cortesemente” a spostarla; le pareti erano bianche con irregolari strisce di rosso, che facevano intuire l' uso di una chirurgia meno ortodossa; il tavolo con strumenti era, a dire la verità, un mobiletto in bambù stile imepro che mal si sposava con il resto della stanza, di aspetto ben più asettico e professionale, se si potesse definire “asettico” un pavimento con mucchietti di cenere e liquidi corporei solidificati negli angoli.
Poi la puledra gialla cominciò a pensare su come si sarebbe svolta la probabile operazione: punti sul mento, ferri sulla gamba , degenza per qualche giorno, e fuori da quel posto con la gmaba inutilizzabile per due mesetti... nondimeno, nel mezzo potevano esserci imprevisti, quali, per esempio, un pony medico pazzo pronto a tutto per ottenere parte della sua anima, o magari un amputazione dell gamba, e conseguente macello riguardo se diseredarla o no a causa di tale menomazione, visto che, senza una gamba, raccogliere le mele e fare le latre attività agricole diventava più difficile, se non impossibile... tale pensiero non la rassicurò, anzi, la rese ancora più nervosa riguardo quello che stava per succedere.
Alla fine il medico arrivò ed era, poco sorprendentemente, l' unicorno verde con criniera rossa che guardava Applebloom con desiderio nel sogno: inutile dire che anche in quella situazione non si poteva dire che fosse indifferente.
Il chirurgo indossava la classica mascherina e il solito cappellino operatorio, ma con un tocco personale al tutto: sul fronte della mascherina, c' era la sigla in caratteri rossi “DI”, a indizio sul vero nome del chirurgo.
Appena entrato, l' unicorno verde accennò un inchino, e disse:
“Buongiorno, signorina Applebloom, vedo che lei ha subito diversi danni, fra cui anche la rottura del mento... ha due scelte: il metodo veloce, e il metodo lento.
A lei la scelta, signora, non spingerò per nessuna delle due”
Applebloom fu quasi stupita dal modo di esprimersi del chirurgo: da come era conciato, lap uledra gialla si aspettava un linguaggio più scurrile e poco articolato.
Dopo il primo momento di sorpresa, la povera puledrina cominciò a pensare riguardo all' offerta fatta: il metodo veloce, o il metodo lento ?
Lei non sapeva che cosa intendesse dire, ma di certo entrambe le soluzioni prevedevano molto dolore... ma forse il metodo veloce erano meno doloroso.
Poi pensò al fatto che lei aveva una gamba rotta, e che quindi era probabile che il “metodo veloce” prevedesse l' amputazione, cosa da evitare ad ogni costo... alla fine, dopo cinque minuti di pensiero, Applebloom fece la sua scelta:
“Vada per il metodo lento”
“Come desidera...”
Detto questo, l' unicorno tirò fuori teatralmente ago e filo con la magia, accostò con i suoi zoccoli i lembi di pelle del mento, causando forte dolore alla puledra gialla, che nonp otè urlare, poi il chirurgo con i capelli carmini cominciò a dare i punti in modo lento... molto lento.. quasi a tentare di enfatizzare l' entrata e l' uscita dell' ago dalla carne del mento.
Dopo cinque, lentissimi, dolorossissimi, punti, l' unicorno verde coprì il tutto con una garza sterile e un pezzo di cotone imbevuto nell' alcool puro.
Il leggero bruciore e il dolore al mento causarono la fuoriusicta di diverse lacrime dagli occhi di Applebloom: ella stava soffrendo, tanto, ed ella si chiedeva perchè lui faceva così.
Il chirurgo fece levitare il bisturi, e con un taglio netto, preciso e lento, aprì il petto della puledra, facendola urlare.
Il medico si mise ad osservare attentamente gli organi interni della puledra gialla con una lente di ingrandimento: Applebloom seguì, per quanto turbata da ciò che stava avvenendo, i movimenti degli occhi del medico, e sembrava che stava veramente guardando gli organi interni, non cercnado di spezzare la mente della puledrina sotto i ferri.
Da quanto le sembrava di aver capito, lei nell' urto si era danneggiata una costola, e qualche gocceia di sangue usciva dal diaframma.
Alla fine il medico verde smise di guardare, mise da parte la lente di ingrandimento sul tavolino in bambù e commentò:
“Sembra che lei si sia rotta una costola nella caduta... non un grosso problema. Per quanto riguarda la gamba rotta: vorrei tnato potergliela amputare...”
Applebloom sobbalzò
“Ma non ho il coltello adatto per lo scopo: la ifne id questa procedure è rimandata a dopodomani, quando dovrei riusicre ad ottenere id nuovo il coltello adatto. Ora lasciatemi chiudere questa incisione...”
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